DIETE e MALATTIE AUTOIMMUNI
Tutte queste malattie condividono una causa comune: il danno alla mucosa intestinale che rende permeabile l’intestino e arreca la risposta di una malattia autoimmune.
Un intestino sano consente l’assorbimento delle sostanze nutritive e crea una barriera contro le tossine e le sostanze allergizzanti bloccandone il passaggio. Quando l’intestino diventa permeabile, la mucosa della barriera difensiva intestinale si lacera allargando le maglie e le tossine superano la barriera intestinale riversandosi nel sangue causando disturbi di vario tipo. La permeabilità intestinale è causata da vari fattori, spesso dovuta a una dannosa alimentazione: tra i principali responsabili ci sono i cereali che come sappiamo contengono lectine, i legumi e le solanacee contengono anche saponine, sostanze che possono causare permeabilità intestinale.
Le patologie autoimmuni sono collegate da un processo biochimico centrale: una risposta immunitaria anomala conosciuta anche come infiammazione sistemica che si traduce nel fatto che l’organismo attacca i propri tessuti.
Le malattie autoimmuni di più frequente riscontro sono: l’artrite reumatoide, il diabete mellito di tipo I, il Morbo di Chron, la colite ulcerosa, la sclerosi multipla, il lupus eritematoso sistemico, la sindrome di Sjogren, la psoriasi, la sclerodermia, la polimiosite, le connettiviti autoimmuni e la tiroidite di Hashimoto.
Attraverso un’alimentazione corretta è possibile modificare il decorso della malattia, ridurre l’intensità ed il numero dei disturbi fisici ad essa correlati, allungare i periodi di benessere, diminuire le fasi di riacutizzazione e migliorare la prognosi.
La dieta vegetariana ha dimostrato chiari effetti positivi sulla sintomatologia in pazienti affetti da artrite reumatoide (HanderLe indicazioni alimentari sono di basare la propria dieta su cibi di origine vegetale (cereali, legumi, verdura, frutta, semi, noci), preferire preparazioni semplici, scegliere alimenti non conservati o troppo elaborati, consumare in abbondanza cibi ricchi di vitamine ed acidi grassi buoni.
Ecco cosa fare:
– limitare il più possibile l’assunzione di acidi grassi saturi animali e di acido arachidonico (precursori di prostaglandine infiammatorie): latte, formaggi, burro, uova, carne, salumi (eliminarli completamente nelle fasi di riacutizzazione)
– ridurre il consumo di acidi grassi della serie omega 6 (promuovono la sintesi di acido arachidonico): olio di soia, olio di girasole, olio di mais, olio di sesamo, olio di semi vari, margarina, maionese, semi di girasole.
– incrementare l’uso di cibi ricchi di acidi grassi polinsaturi della serie omega 3 (riducono la sintesi di molecole infiammatorie e svolgono una potente attività antinfiammatoria): olio di lino, semi di lino, noci, rosmarino ed origano secco, semi di zucca, fagioli di soia, portulaca, mandorle e nocciole. Attenzione: l’olio di lino deve essere utilizzato solo a crudo.
– assumere giornalmente alimenti ad alto contenuto di vitamine antiossidanti A, C, E (contrastano l’attività dei radicali liberi che stimolano la produzione di molecole infiammatorie).
Vitamina A: prezzemolo secco, carote, peperoncino rosso, basilico, zucca gialla, radiccio verde.
Vitamina C: peperoncini piccanti, ribes nero, ortica, prezzemolo, peperoni, arance. (Attenzione: la cottura riduce drasticamente il contenuto di vitamina C).
Vitamina E: nocciole, mandorle, germe di grano, olio extra vergine d’oliva, pinoli, salvia e rosmarino secchi.
– utilizzare: zenzero (fresco o secco in polvere) e peperoncino.
– preferire il consumo di cereali integrali in chicco (riso, avena, orzo, miglio, amaranto, quinoa, grano saraceno, mais) per il loro contenuto in acidi grassi polinsaturi (omega 3).
– ridurre l’utilizzo di alimenti ricchi di glutine (grano, farro, kamut, seitan).
– eliminare il più possibile prodotti contenenti zuccheri semplici (biscotti, torte, bibite zuccherate, miele, gelati, prodotti di pasticceria in genere) e imparare a cucinare dolci alternativi sostituendo latte, uova, burro e zucchero con: latti vegetali (di riso, soia, avena, mandorla), creme di nocciola, di mandorla, frutta secca, uva passa e succo di mela.
– raggiungere e mantenere un peso corretto (BMI compreso fra 18.5 e 24.9); eccessi alimentari stimolano la produzione di radicali liberi e promuovono l’infiammazione dei tessuti. son et al. 19 se possibile, svolgere un’attività fisica moderata e regolare (passeggiate, nuoto, bicicletta) che consente di preservare il trofismo muscolare, mantenere la mobilità articolare e migliorare il tono dell’umore.
Molecole dotate di attività antinfiammatoria:
- polifenoli (catechine): the verde
- capsaicina: peperoncino piccante
- curcuma: curry
- resveratrolo (polifenoli): buccia di uva rossa
- germe di grano secco fermentato: Avemar (integratore)